Alle 14.30 di un sabato di aprile seduto
su di una panchina nella piazzetta, sotto i rami di un albero, un
ragazzino arrivato da Verbania sognava di diventare campione di scacchi:
«Batterlo, sarebbe bellissimo», diceva di fronte al papà, che dall’altra
parte del Lago Maggiore l’aveva portato fino a qui, a Caldana, deliziosa
frazione di Cocquio Trevisago per la “grande partita”.
Quello che Marcello di Fina, 13 anni, ancora non sa, è che sarà lui
l’unico giocatore tra i 44 presenti a battere Luca Moroni, il giovane
genio degli scacchi che arriva dalla Brianza, campione italiano e Gran
Maestro – massimo titolo di quello che a tutti gli effetti è considerato
uno sport – che ieri ha dato spettacolo, in silenzio, sfidando
contemporaneamente decine di giocatori.
«Per noi scacchisti è possibile partecipare a sfide come queste grazie
alla grande memoria visiva che abbiamo – spiega Moroni poco prima di
affrontare la disputa, che si teneva nel Teatro Soms –. I miei genitori
mi insegnarono a giocare fin da piccolo, provarono con la dama ma…vabbè»,
dice il giovane campione dagli occhi verdi che con una battuta sfata le
idee sul cliché dello scacchista, di gente introversa e silenziosa.
A lui piace parlare e racconta dei primi pezzi mossi a 5 anni, dei
tornei a 6, e della folgorante carriera che l’ha portato in nazionale,
alle olimpiadi e alla conquista del titolo di Gran Maestro.
Luca era accompagnato dal Gran Pignolo Mauro della Porta Raffo, che si
definisce un «mediocre scacchista» ma che in realtà conosce
profondamente il gioco e i suoi segreti, risvolti importanti di questa
disciplina raffinata ma tremendamente stressante.
Di cose da dire, tornando a Luca, ve ne sono tantissime, e questo
giovane saggio conferma: ci vuole passione, ma soprattutto allenamento,
anche 4 ore al giorno.
E a certi livelli non c’è sabato e domenica, né festa che tenga: «A
Natale ero in Quatar», racconta: «Ma come si fa a lavorare a Natale?»,
continua a scherzare Luca, tirato per la giacchetta dagli organizzatori:
sono le 15, si inizia.
Il teatro è una festa per gli occhi, dentro una gimcana di tavoli con
una cinquantina di scacchiere già pronte per la sfida: Luca girerà per
le postazioni – armate di penna e carta, che servono agli sfidanti per
prendere appunti su pezzi e spostamenti – e muoverà per primo perché ha
i “bianchi”.
Gli sfidanti muoveranno quando il campione sarà di fronte a loro, e
subito a sua volta risponderà. Partecipano anche due
giovanissimi, Daniel e Andres, di 8 e 10 anni: giocano con la penna,
dietro c’è la mamma che li guarda con orgoglio.
Alla postazione numero uno siede invece il sindaco del paese, Danilo
Centrella: sarà lui, dopo poche mosse, a “mangiare” per primo un pedone
al campione, che subito risponde di regina, spazzando via il cavallo; a
quel punto Centrella alza le mani, aggiusta la fascia tricolore e dice:
«Devo andare, scusate, impegni istituzionali» e sorride, stringendo la
mano al Gran Maestro..
Va meglio all’assessore Davide Passeri, che resiste qualche giro di più.
Ma per ora si scherza. I tavoli tosti devono ancora arrivare.
E alla fine Moroni vince ben 40 partite, ne pareggia tre e ne perde una.
A vincerlo, dall’altra parte del tavolo c’è proprio lui. Marcello di
Fina, il tredicenne senza paura, illuminato dalla gioia: ha vinto con
una brillante combinazione che ha mandato in “matto” il campione.
Grazie a questa vittoria aumenterà il suo punteggio “Elo” cioè il metodo
utilizzato dalla FIDE per calcolare la forza relativa di un giocatore di
scacchi (Elo è il cognome dell’inventore del sistema: Arpad Emrick Elo
professore di fisica statunitense di origine ungherese).
«Per il nostro circolo è stato un grande sforzo organizzare una
manifestazione di tale portata, ma la giornata di ieri ci ha ripagato
ampiamente e ci auguriamo che nel lungo termine ci possa aiutare ad
avvicinare sempre più persone della zona al nobil gioco – Gabriele
Giovannini presidente società scacchistica Esteban Canal di Cocquio
Trevisago, dove il grande campione di scacchi ha vissuto ed è sepolto –.
È stato anche un modo per ricordare il presidente storico Francesco
Mondini che conosceva molto bene Luca Moroni». |
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